Teoria del gender insegnata a scuola? I presidi: “Gli allarmi sono immotivati”

By 20 maggio 2015 About No Comments
gender prearo verona

Dal Corriere Veneto

20/05/2015

gender prearo verona

VERONA Le tappe, in questi ultimi mesi, sono state molte, in città come in provincia, interessando centri come Bovolone e Sommacampagna. Al centro, sempre lo stesso tema: «La teoria del gender e l’educazione sessuale». Un dibattito che sembra interessare, ma anche angosciare, le famiglie. Tant’è vero che proprio nel corso dell’ultimo anno scolastico si sono moltiplicate le segnalazioni ai presidi dei singoli istituti, così come all’Ufficio scolastico provinciale, provenienti da genitori preoccupati che questo o quel corso di educazione sessuale potesse contenere riferimenti«di troppo» su tematiche delicate come omosessualità, transessualità o masturbazione.

A Verona la polemica ha una storia ben radicata: si pensi al (contestato) convegno del 2013 organizzato da «Famiglia Domani», fino alla mozione Zelger (scopo: verificare «contenuti impropri» negli incontri su sessualità nelle scuole del comune). Adesso, tra i gruppi più attivi si annoverano i «Giuristi per la vita», il cui esponente nazionale, Gianfranco Amato, è stato più volte a Verona. Sono loro ad aver organizzato, negli ultimi mesi diversi incontri «di denuncia». «Il rischio c’è, e spesso le segnalazioni dei genitori sono giustificate – spiega Claudio Corradi, avvocato veronese e referente locale dei Giuristi per la vita – qui a Verona riguardano diverse scuole, anche se le famiglie non ci hanno mai dato mandato di intervenire con azioni formali e quindi di fare i nomi degli istituti. Noi non sosteniamo che dietro ci sia necessariamente dolo o malafede, ma può essere che talvolta specialisti come psicologi e sessuologi ricorrano a queste categorie senza che i genitori vengano avvisati, il che è grave. Noi richiediamo proprio questo, che ci sia sempre la massima chiarezza con le famiglie, e che queste possano rifiutarsi di far seguire ai propri figli questo genere di programmi». Non mancano le reazioni: in alcune casi, le conferenze dei Giuristi per la Vita sono state contestate da attivisti dei movimenti Lgbt come la «Comitata Giordana Bruna».

Sarà proprio questo gruppo ad organizzare domani, alle 20,30 in sala Elisabetta Lodi, un incontro dal titolo «Le scuole del rispetto e della diversità: chi ha paura del gender?». Vi parteciperanno anche due docenti universitari: Lorenzo Bernini, di Filosofia politica e Massimo Prearo, sociologo dei movimenti sociali. «Cercheremo di spiegare chi sono e cosa vogliono i gruppi che si oppongono a quello che loro chiamano, riprendendo una storpiatura nata in ambienti cattolici “teoria del gender” – fa sapere Bernini -. Una strumentalizzazione, dato che non esiste una singola teoria, né tanto meno un’ideologia, ma si tratta di un semplice campo di studi che raccoglie contributi e posizioni diverse. Così com’è infondato il timore, che spesso viene comunicato in questi convegni, riguardo all’insegnamento nelle scuole. Le indicazioni di enti ministeriali e intergovernativi sono quelle di parlare di differenze, di fare accettare il fatto che esista anche forme di sessualità diverse da quella etero, che il genere non sia riconducibile esclusivamente al sesso biologico: è indispensabile, visto che gli episodi di bullismo contro ragazzi gay sono molto frequenti. Non esiste, invece, nessuna regia occulta che miri ad eliminare le differenze sessuali, è ridicolo anche solo pensarlo. Il problema è che questi gruppi di pressione, ad oggi, stanno imponendo la loro agenda al governo, che ha dovuto fare marcia indietro su iniziative legate all’omofobia».

Nonostante le lamentele, però, da parte dell’Ufficio scolastico provinciale non è stato preso, allo stato attuale nessun provvedimento, in quanto tali reclami si sarebbero rilevati infondati. «È accaduto che i genitori ne chiedessero conto agli insegnanti – spiega Mario Bonini, preside del liceo Maffei e coordinatore dei dirigenti scolastici della provincia – ma la preoccupazione che venga insegnata la cosiddetta teoria del gender è immotivata. Certo, a scuola non si parla più solo di malattie sessualmente trasmissibili, ma talvolta anche di identità di genere e di omosessualità: fenomeni che esistono e che non dovrebbero essere sottaciuti».

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