Sentinelle in piazza: tra disinformazione, ignoranza e panico morale

By 20 maggio 2014 Papers, Works No Comments
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L’omofobia è la negazione della dignità dell’individuo, ed è per questo che l’uguaglianza dei diritti è un dovere di cui ogni stato democratico dovrebbe farsi carico. 

Domenica 15 giugno 2014. Le Sentinelle in piedi sono tornate a Verona per una manifestazione silenziosa di protesta: rifiuto della legge contro l’omofobia e la transfobia (cosiddetta “legge Scalfarotto” non ancora approvata), difesa della famiglia “naturale” contro unioni civili e matrimoni tra persone dello stesso sesso, difesa del “diritto” del bambino di avere un padre e una madre, rifiuto delle campagne di informazione contro le discriminazioni nelle scuole, paura per la limitazione della libertà di opinione. Questi sono i temi che, da diversi mesi, mobilitano nelle piazze italiane centinaia di persone non necessariamente attiviste, non necessariamente religiose, non necessariamente politicizzate.

Le realtà associative LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) veronesi hanno organizzato un presidio informativo in Piazza Bra, vicino all’Arena, per un braccio di ferro a distanza. I passanti si fermano per ascoltare gli interventi in difesa del diritto delle persone LGBT di essere protette contro la violenza omotransfobica, di poter tutelare giuridicamente le loro coppie e i loro figli, perché, come dice un’attivista storica veronese: “Noi siamo come tutti gli altri, noi siamo uguali”, mentre una giovane coppia eterossessuale, tenendosi per mano, le passa davanti e sfacciatamente impreca: “No! Voi non siete come tutti gli altri! Per niente!” – come volevasi dimostrare.

La “veglia morale” delle Sentinelle è stata importata dal movimento francese dei Veilleurs debout, apparso nel corso delle mobilitazioni in favore del matrimonio per tutte e tutti (2012-2013), parallelamente al movimento della Manif pour tous, fervente oppositore dei diritti LGBT. La manifestazione silenziosa si svolge in generale davanti a un edificio istituzionale per significare simbolicamente che le Sentinelle sorvegliano l’attività all’interno del palazzo. I partecipanti stanno in piedi e leggono un libro per mostrare che la loro non è una semplice manifestazione di protesta, ma un momento di riflessione e di formazione. Il silenzio dovrebbe esprimere la non-violenza e i toni pacati del movimento che dice di non scendere in piazza per odio contro le persone LGBT, ma per la difesa della loro visione della società dagli attacchi del progresso, dell’uguaglianza e della giustizia.

Ma cosa c’è in realtà dietro la facciata programmatica delle Sentinelle?

In Piazza Dante le Sentinelle vegliano, disturbati dalla presenza di alcuni attivisti LGBT radicali. Mi avvicino a passi felpati ad una Sentinella, mi fingo turista ignaro e incuriosito: Scusa, che fate? Chi siete? Cosa volete? Perché?

Dice che se la legge contro l’omofobia e la transfobia venisse approvata non potrebbero più manifestare la loro opposizione al matrimonio tra persone omosessuali, perché rischierebbero la prigione. Che in realtà tutta questa storia dell’omofobia è una fantasia delle lobby LGBT: “l’omofobia non esiste”. Che gli omosessuali possono vivere tranquillamente in Italia e non si capisce perché debbano essere protetti, come si proteggono altre minoranze contro il razzismo o l’antisemitismo. Che non ha senso parlare di matrimonio omosessuale e nemmeno di unioni civili perché è provato “scientificamente” che le coppie omosessuali sono molto meno durature e più instabili delle coppie sposate eterosessuali, che invece possono durare anche 50 anni.

E continua determinata affermando che le associazioni vogliono entrare nelle scuole per fare propaganda, per indurre i bambini a diventare omosessuali, così che da grandi potranno venire a riempire i ranghi delle frociate LGBT. Che gli studi scientifici imparziali e indiscutibili (ndr. condotti da fondazioni private cattoliche pro-life americane) dimostrano che l’equilibrio del bambino cresciuto in una famiglia omosessuale è compromesso. Che in Francia delle persone sono state messe in stato di fermo per aver semplicemente indossato una maglietta con il logo della Manif pour tous (che rappresenta una famiglia “naturale”: papà, mamma, figliolo e bambina). Che quello che sta succedendo è gravissimo, che la libertà delle persone, la democrazia e la nostra società sono in pericolo.

Mi chiedo, basito, ma queste persone hanno mai conosciuto lesbiche, gay, bisessuali o trans? Pensano veramente che siamo extraterrestri e che sotto la pelle nascondiamo dei mostri abominevoli? Forse avrei dovuto dirle che la sua non-conoscenza/ignoranza è la radice della violenza, dell’odio, dell’ostilità e del rigetto omofobico e transfobico. Forse avrebbe intuito che la lotta contro l’omofobia e la transfobia nelle scuole è un’azione necessaria per contrastare il drammatico tasso di suicidi nella popolazione dei giovani LGBT. Forse avrebbe capito che chiedere gli stessi diritti per tutti non vuol dire chiedere un privilegio, ma proteggere l’integrità della persona secondo un principio di uguaglianza e di rispetto della diversità, un principio cardine, fondatore e costitutivo della democrazia.

Dal 1999 la Francia riconosce le unioni delle coppie non sposate, siano esse omo o etero. Dal 2004 esiste una legge contro l’omofobia che punisce l’incitamento all’odio e alla violenza contro le persone omosessuali. Nel 2013 il legislatore francese ha adottato una legge che consente il matrimonio e l’adozione per le coppie gay e lesbiche. Nessuno è mai stato arrestato per essersi opposto a queste leggi e nessuna manifestazione di protesta è mai stata vietata. È vero invece che, per esempio, nel 2007 un deputato della destra parlamentare è stato condannato al pagamento di 3.000€ per ingiurie contro gli omosessuali e di 2.000€ per danni morali e rimborsi spese alle associazioni LGBT costituitesi parte civile. Il deputato in questione aveva affermato che “l’omosessualità è inferiore all’eterosessualità” e che “se fosse universale, l’omosessualità sarebbe un pericolo per la società”.

Discreditare pubblicamente i gay e le lesbiche, denigrare le loro relazioni e i loro affetti, affermare il pericolo che essi rappresenterebbero per i bambini, significa contribuire a creare un clima di odio che pesa sulle spalle delle persone LGBT, che impedisce loro di vivere serenamente la loro identità a scuola, al lavoro, a casa, per le strade, dappertutto. L’omofobia è la negazione della dignità dell’individuo, ed è per questo che l’uguaglianza dei diritti è un dovere di cui ogni stato democratico dovrebbe farsi carico. Il silenzio delle Sentinelle è la voce dell’omertà, della repressione, dell’invisibilità. Cara Sentinella, anche quando tace, l’omofobia non è un’opinione.

Massimo Prearo

@ iosonominoranza.it

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