statale milano gender prearo
Dopo la prima edizione della scorsa primavera, tornano gli appuntamenti promossi dalla Statale Antifascista e Antirazzista. E’ un periodo di crisi, sicuramente economica ma anche e soprattutto sociale e di impoverimento culturale. Come ci insegna la memoria del 1929 o quella ben più recente della Grecia, è esattamente in questi contesti che prendono spazio le ideologie razziste e xenofobe, che offrono risposte facili e immediate al risentimento.

 

Gli affari economici e gli interessi geopolitici dei paesi e delle corporation del “primo mondo” portano guerre, distruzione e disperazione dai confini estremi del medio oriente alle frontiere più vicine a Italia e Europa, causando la migrazione forzata di migliaia di uomini, donne e bambini che cercano un futuro degno: parecchi muoiono nel viaggio, altri vengono rispediti “a casa loro”, altri ancora restano in bilico accampati su una scogliera o al bordo di una strada senza sapere cosa li potrebbe aspettare, solo alcuni riescono a filtrare le maglie di un’accoglienza selettiva che permette l’ingresso solo a chi potrebbe servire per generare manodopera sfruttabile, più o meno in nero e permettere le retoriche razziste e populiste del capro espiatorio tanto funzionali a coalizioni partitiche disposte a tenere al loro interno anche le peggiori sigle della destra neofascista e teoricamente perfino anticostituzionale. Moderne crociate reazionarie si scatenano contro ogni forma di libertà e diversità: non è solo in colore della pelle a generare esclusione, ma anche l’orientamento sessuale, le scelte individuali, la volontà di autodeterminazione.

Un delirio da “allarme – gender” ha dato nuova linfa a propagande nostalgiche e bigotte. “unitevi nella battaglia contro il gender, che mina le basi delle nostre comunità cristiane”, ha dichiarato nientemeno che un assessore alla Regione Lombardia, pochi giorni prima di un convegno omofobo ospitato proprio nella sede di Palazzo Pirelli. Non solo sessismo “classico”, però: anche neoliberismo più intelligente si spreme le meningi per estrarre profitto dalle differenze, dalle identità di genere, elaborando un nuovo sistema di catalogazione autodefinita “gay-friendly”, volta ad aggiornare il dispositivo biopolitico del controllo al passo coi tempi e ad esplorare nuove proficue frontiere di mercato. Siamo convinti che le università non possano rinunciare ad essere fucine di pensiero critico, ricerca e produzione culturale anche e soprattutto in relazione ai dibattiti e alle sfide presenti nella società. Da trent’anni ad oggi assistiamo ad un processo, portato avanti tanto dai governi di destra quanto da quelli di sinistra, di adeguamento del modello universitario italiano agli “standard” europei.

Questo si concretizza in una serie di riforme volte ad incrementare la presenza e il controllo dei fondi universitari da parte di aziende private e nella progressiva restrizione delle maglie di accesso all’università. Tutto questo a discapito della parte di popolazione attualmente più colpita dalla crisi e sempre più esclusa dagli studi universitari e dalla speranza di un’emancipazione economica, sociale e culturale. Ennesimo tassello di tale processo sarà la riforma “buona università”. Vogliamo dare vita a una tre giorni di dibattito, incontro e iniziativa all’interno di un percorso permanente orientato dai valori antifascisti, antirazzisti e antisessisti capace di opporre cultura e critica non banale allo svuotamento sistematico del valore dei titoli di studio, della capacità di formazione universitaria “a tutto tondo” causata dalla stratificazione delle ultime riforme universitarie; alla volontaria e consapevole concessione di aule a sigle dichiaratamente neonaziste e coinvolte in aggressioni ai danni di attivisti e migranti da parte dell’amministrazione Vago; alle pressioni da parte di organi accademici verso un gruppo di studenti perchè si scusasse pubblicamente per la diffusione di una vignetta satirica contro le istituzioni ecclesiastiche ed altri simili, allarmanti episodi, che addirittura hanno fatto pensare a Salvini che il Magnifico Rettore potesse essere il candidato giusto per uno dei partiti più beceri del nostro paese.

*** 24 NOVEMBRE @ SCIENZE POLITICHE, via Conservatorio: “UNIVERSITA’ E AZIENDE, dal processo di Bologna alla Buona Università”: – dalle 12.00 alle 14.00 PRANZO SOCIALE, a seguire ASSEMBLEA PUBBLICA sull’università italiana all’interno del modello europeo: aziendalizzazione, tagli al diritto allo studio, competizione tra studenti.

 

*** 25 NOVEMBRE @ STATALE FDP: “AIUTIAMOLI A CASA LORO?” – dalle 10.00: Banchetto informativo con i materiali di approfondimento dei temi trattati + “Is this how UE look llke?”…e se la Statale fosse l’Unione Europea? Installazioni a cura della campagna #stopwarnotpeople – dalle H 14.30: Stand di Emergency, Naga, Cambio passo e altre associazioni che lavorano sui temi di guerre e migrazioni // Installazioni fotografiche – h. 16.30 INCONTRO ” Aiutiamoli a casa loro?” con: Emergency, Naga Cambio passo e Cristina Fiamingo (Docente UNIMI- storia e istituzioni dell’africa) – h. 19.00 Aperitivo e musica afro

*** 26 NOVEMBRE @ STATALE FDP: “GENDER-CHE?! FARE E DISFARE IL GENERE” – dalle 10.30: Banchetto informativo con i materiali di approfondimento dei temi trattati -dalle 12,30: installazioni e mostre fotografiche – h. 16.30 INCONTRO “Gender-che? Fare e disfare il genere ” con: – Federico Zappino / scrittore e saggista, curatore delle opere di Judith Butler in italia (Mimesis): “Fare e disfare il genere: partiamo da Judith Butler” – Cristina Morini / Scrittrice e saggista: “il rapporto attuale tra genere e processi di valorizzazione, tra marginalizzazione selettiva e disciplinamento” – Massimo Prearo / ricercatore all’Università di Verona, dipartimento Filosofia, Psicologia e Pedagogia: “le moderne crociate anti-gender e le strategie di resistenze” H. 19,00 Aperitivo e musica dal sud DALLE 21: SERATA UNIVERSITARIA!

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