gender prearo verona
La scuola del rispetto e della diversità: chi ha paura del gender? Una società democratica fondata sull’uguaglianza, sulle pari opportunità e sull’inviolabilità dei diritti fondamentali non può limitarsi all’enunciazione di principi astratti e generali. La maggior parte dei paesi dell’Unione Europea ha, da diversi anni, adottato delle misure concrete di riconoscimento dei diritti delle minoranze sessuali e promosso programmi ministeriali di lotta a tutte le forme di discriminazione sul lavoro, nella società e a scuola. In Italia, le resistenze che il legislatore ha opposto alle richieste dell’Unione Europea di mettere in atto una vera e propria politica di lotta alle discriminazioni e di educazione alla diversità hanno favorito l’emergenza di movimenti tradizionalisti, reazionari e conservatori appartenenti all’ala del cattolicesimo integralista, che denunciano la diffusione della cosiddetta “teoria o ideologia del gender”. Mobilitati su tutto il territorio nazionale con azioni che vanno dalle veglie delle Sentinelle in piedi alle conferenze pseudo-scientifiche di psicologi, medici e avvocati promotori delle teorie riparative per le persone omosessuali, difensori della “famiglia naturale”, antiabortisti e antifemministi, questi gruppi stanno infiltrandosi nelle scuole per contrastare gli interventi educativi che sono contro le violenze legate al genere e all’orientamento sessuale. La Comitata Giordana Bruna, nata per attirare l’attenzione sulla nocività di questi movimenti e di questi individui per l’integrità della scuola laica e repubblicana, invita la cittadinanza a una Conferenza Pubblica di Informazione per meglio comprendere i temi attualmente al centro del conflitto sociale e politico, e per dibattere del modello di democrazia che questi duri attacchi di stampo ultra-reazionario stanno mettendo in serio pericolo.
Dott. Lorenzo Bernini, ricercatore in filosofia politica (Università degli Studi di Verona) “Teoria del gender” e studi di genere: istruzioni per l’uso Dott. Massimo Prearo, sociologo dei movimenti sociali (Università degli Studi di Verona) Movimenti “no gender”: chi sono, cosa fanno, cosa vogliono? Dott.ssa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta Interventi educativi di contrasto alle discriminazioni di genere in ambito scolastico: alcuni esempi
Credevamo finiti i tempi delle crociate. I movimenti “no gender”, o genderfobici, stanno portando avanti una nuova crociata morale, alimentata da una vera e propria fobia collettiva, deliberatamente propagandistica e manipolatoria, che ha come obiettivo di diffondere false credenze sulla presunta pericolosità “dell’educazione al gender”. Quando nel 2012, nel discorso alla Curia Romana per gli auguri di Natale, Benedetto XVI afferma la “profonda erroneità” della nozione di gender, in quanto negazione della natura dell’essere umano e della volontà divina, fa un gesto chiaro e politicamente incisivo avviando, di fatto, la mobilitazione anti-gender. Il suo intervento risponde in effetti alla proposta di legge francese che prevede l’apertura del matrimonio e delle adozioni per le coppie omosessuali (la legge sarà poi promulgata il 17 maggio del 2013). Nel frattempo, le manifestazioni dei pro e dei contro si moltiplicano, e il gruppo catto-destroide della Manif pour tous comincia a farsi notare. Il problema per questi nuovi missionari della famiglia “naturale” è che l’equiparazione del matrimonio eterosessuale al matrimonio omosessuale porterebbe alla cancellazione della differenza sessuale come dato biologico e naturale su cui si fonda l’intera struttura sociale. Appena qualche mese dopo, viene presentata, in Italia, la proposta di legge “Scalfarotto” (oggi arenata al Senato) che si propone di penalizzare i crimini d’odio a carattere omofobico e transfobico. Nasce allora la Manif pour tous Italia, cominciano le veglie delle Sentinelle in piedi, nasce l’associazione dei Giuristi per la Vita e comincia la crociata contro una legge che questi gruppi considerano liberticida. Continua a leggere qui:

Leave a Reply